Potranno iniziare a sorridere vivaisti ma per centinaia di Ulivi del Gallipolino s’avvicina l’accetta.
La decisione presa martedì sera ( 27 maggio 2014 ) in seno al Comitato UE per la salute delle piante prevede bastone e carota: nella strategia di contenimento del batterio Xylella fastidiosa è stata accordata, da un lato, una parziale liberalizzazione dell’attività vivaistica ed è stata imposta, dall’altro, l’eradicazione delle piante infette.
Non tutte, s’intende, ma sicuramente quelle comprese in una striscia ampia cento metri a cavallo tra la zona focolaio e quella tampone. Tradurre ciò in numero di ulivi è, al momento, complicato, ma si è nell’ordine di diverse centinaia.
Ciò che è stato immaginato è una sorta di cordone sanitario attorno alla località “La Castellana” e al cuore dell’infezione, tra Alezio, Gallipoli e Taviano.
Proprio li ieri mattina ha effettuato un sopralluogo un altro docente dell’Università di Berkeley (Usa), Alexandcr Purcell, collega di Rodrigo Almeida, presente sul posto a novembre. È in quella lingua di campagna, dunque, che, dopo ulteriori monitoraggi per individuare le piante colpite dal batterio sotto accusa, si procederà all’abbattimento degli alberi.
«Procederemo con questi controlli, per l’estate avremo un po’ di risultati».Antonio Guado
A riferirlo è Antonio Guado, direttore dell’Osservatorio fitosanitario regionale e per due giorni a Bruxelles a discutere della decisione ideata dalla Commissione Ue e votata dai rappresentanti dei 28 Stati membri.
Che si arriverà allo svenimento degli ulivi viene detto a denti stretti: «nel piano di attuazione, abbiamo previsto interventi in una zona ristretta; dobbiamo tutelare la fascia tampone, che è ancora indenne, attraverso una striscia di demarcazione da quella infetta».
Insomma, stavolta non si è riusciti a spuntarla, come a dicembre, quando la misura dell’eradicazione venne congelata. «Le norme internazionali sulla quarantena prevedono al primo punto l’estirpazione delle piante infette. Abbiamo fatto capire a Bruxelles che qui abbiamo una situazione ben di-versa tra focolai con pochi alberi, come quelli già abbattuti a Trepuzzi e Sternatia, e altri con 5-6 mila ettari interessati. ovvio che la zona di Gallipoli non sarà rasa al suolo, ma dobbiamo cercare di contenere l’espansione, sacrificando quella fascia di cento metri. L’alternativa è che tutto diventi infetto».
Poi, c’è il capitolo più roseo, quello dei vivai. «Dopo lunghe discussioni e chiarimenti è scritto in una nota diffusa ieri dall’assessorato regionale all’Agricoltura — è stato finalmente compreso che la Xylella fastidiosa individuata in Puglia è un ceppo con specifiche peculiarità che lo rendono diverso da quelli riscontrati in altri continenti.
La nuova decisione Ue abroga la precedente del 13 febbraio, per cui le restrizioni non interessano più l’intera provincia di Lecce ma solo le zone delimitate definite con atto regionale del 18 aprile.
Solo i vivai che ricadono in quelle aree hanno vincoli specifici e solo per le specie che ad oggi, sulla base di evidenze scientifiche, sono state accertate come ospiti: olivo, oleandro, drupacee, vinca e quercia. Un importante risultato è l’esclusione degli agrumi e della vite.
Ciò non solo è estremamente positivo per il vivaismo viticolo presente nel comprensorio di Otranto, ma consente la commercializzazione di tutte le altre specie vegetali senza particolari vincoli e misure fitosanitarie».
Sulla mortificazione di questa economia, dopo l’annuncio di una class action da parte de-gli imprenditori, interviene l’assessore provinciale all’Agricoltura.
Francesco Pacella: «Sarebbe opportuno che tra le pieghe del bilancio la Regione reperisse con estrema urgenza le risorse congrue e necessarie a ristorarli».
Gli fa eco il consigliere regionale Fi, Luigi Mazzei: «La giunta Vendola si è persa e continua a perdersi dietro studi che portano via tempi lunghi e promettono risultati lontani a venire».
Da Quotidiano di Lecce 29, Maggio 2014
Tiziana Colluto